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La via Appia era la più importante strada consolare in partenza da Roma. Essa, proprio per questo, veniva chiamata Regina Viarum (la regina delle vie). Collegava Roma con Brindisi dal cui porto partivano le navi dirette in Grecia, Egitto e Medio Oriente.
La costruzione della Via Appia iniziò nel 312 a.C. e il primo tratto, di circa 200 km fino a Capua, venne completato in circa 5 anni. Man mano che Roma espanse il suo controllo sull’Italia, la Via Appia venne prolungata fino a raggiungere Brindisi nel 190 a.C..
L’Appia rappresentò un’autentica rivoluzione nella tecnica di costruzione delle strade, tant’è che si può ben definire la prima “autostrada” costruita al mondo.
Essendo stata inizialmente concepita per scopi militari, essa doveva assicurare rapidi movimenti alle truppe in ogni condizione metereologica. Fino ad allora le strade esistenti erano sterrate e, con la pioggia, il passaggio dei carri risultava estremamente difficile. Venne quindi realizzata una trincea riempita con pietre di differenti dimensioni e sabbia per assicurare il drenaggio nelle cunette laterali. Al di sopra la strada venne lastricata con pietre levigate e perfettamente combacianti. La larghezza della strada era di 4.14 metri in modo da permettere il comodo passaggio di due carri. Ai due lati poi correvano due marciapiedi di circa 3 metri di larghezza per il traffico pedonale.
Per rendere agevole il viaggio, inoltre, l’Appia venne realizzata con pochissime curve e tratti in pendenza. Ciò richiese la costruzione di numerosi ponti e viadotti per superare gli ostacoli naturali. Ugualmente si evitò l’attraversamento dei centri abitati, raggiungibili tramite svincoli secondari, per non provocare rallentamenti. Ogni 10 km circa si trovavano stazioni di cambio cavalli e ogni 20 km circa delle autentiche stazioni di servizio con posti di ristoro e locande.
L’Appia fu il modello cui si ispirò tutta la rete stradale dell’Impero Romano che raggiunse un’estensione di 180000 km.